28 Mag Le Fiere della Vanità. L’arte dei Veneti antichi
Animali fantastici, bestie feroci, mostri alati e sfingi; le loro pose e la loro gestualità sono cariche di significato e parlano attraverso un linguaggio simbolico oggi perduto, ma che possiamo rivivere attraverso l’esposizione temporanea “Le Fiere della Vanità”, la mostra che inaugura il 28 maggio al Museo Nazionale Atestino di Este.
L’Arte delle Situle, cioè racconti con immagini su opere in bronzo laminato, sbalzato e cesellato è davvero molto antica, parla della nostra civiltà ai suoi albori, dello svilupparsi della società in cui ora ci troviamo a vivere, dei Veneti antichi. Dall’Abruzzo all’Austria, dai Celti dell’ovest agli Sloveni delle regioni alpine. Per la prima volta si riuniscono a Este, dove forse furono prodotte, le opere più antiche dell’Arte delle Situle: ritornano al luogo di origine dopo oltre 2600 anni: una Mostra emozionante e unica nel suo genere; così come i vasi greci raccontano di Atene le Situle (vasi di bronzo a forma di secchiello) raccontano di Este.
La mostra affronta l’aspetto “materico” e la tecnologia dell’opera antica come risultato della grandissima abilità dei maestri artigiani dei Veneti antichi nella lavorazione della lamina in bronzo. I reperti originali provenienti dalle necropoli di Este sono affiancati a riproduzioni realizzate in archeologia sperimentale.
Si mette in evidenza il lavoro di “grafica e impaginazione” degli antichi artigiani e i profondi significati che volevano trasmettere: sugli oggetti prodotti compaiono figure di animali del mondo reale (pesci, cervi, tori, capre, arieti e lupi) e di fiere (bestie feroci) del mondo fantastico, come mostri alati e sfingi. In questa sezione vengono esposti alcuni raffinatissimi coperchi provenienti da tutto il territorio dell’Arte delle Situle: da Este a Grandate (Como), da Numana (Ancona) a Santa Lucia di Tolmino (oggi Slovenia). Eccezionalmente sono esposti ad Este anche alcuni elmi che provengono da Sovizzo (Vicenza), Grandate (Como), Sesto Calende (Varese) e due reperti straordinari e unici: l’elmo da Pitino di San Severino Marche (Macerata) e l’elmo conico da Oppeano (Verona).
Non poteva mancare la più importante e famosa situla, la Situla Benvenuti – tesoro e simbolo del Museo Nazionale Atestino, definita, per il grandioso racconto con cui è decorata, il “poema dei Veneti antichi”.
l’Arte delle Situle, visibilmente bella e simbolo di vanità, invade anche oggetti personali e assolutamente identitari indossati dagli uomini, come i coltelli dai foderi decorati con animali o con scene riprese da racconti, o indossati dalle donne, come i giganteschi cinturoni di bronzo, che coprivano tutto il ventre e che erano letteralmente ricoperti di decorazioni fittissime, con animaletti reali e fantastici. Opere d’arte indossate ed esibite, puro prestigio per la vanità dei personaggi di spicco della città di Este del 400 a.C. e non soltanto.
Per finire dal Museo Nazionale Romano arriveranno pezzi davvero unici che andranno a completare la preziosa mostra di Este che a sua volta ha prestato alcuni reperti atestini alla mostra “Tota Italia” presso le Scuderie del Quirinale.
L’iniziativa nasce da una collaborazione fra diversi uffici del Ministero della Cultura e vede il contributo del Comune di Este, del Comune di Oppeano, della Banca Adria Colli Euganei – Credito Cooperativo e gode del patrocinio di Regione del Veneto. Il Catalogo della mostra, acquistabile presso il Museo Atestino e on-line, è edito dalla Direzione regionale Musei Veneto e curato da Federica Gonzato, Barbara Grassi, Diego Voltolini.